FUTURO DEI CONCERTI: COSA ACCADRÀ DOPO IL COVID-19?

Scritto da il Gennaio 5, 2022

Se lo domandano in molti e già da mesi. Cantanti, operatori di settore e investitori restano in costante allerta. Le linee guida del Governo rimangono ‘navigazione a vista’. In tanti scommettono sui concerti in streaming, ma non tutti sono convinti sia la strada giusta. E se non ci fosse un dopo Covid?

Foto di Maksym Kaharlytskyi

Foto di Maksym Kaharlytskyi

CONVIVERE CON IL VIRUS

È quello che l’umanità tenta di fare da marzo 2020 al meglio delle proprie possibilità. Come sappiamo non è stato facile, non lo è tutt’ora e non lo sarà in futuro. La risposta alla domanda se il Covid sparirà o meno sembra ormai pendere verso la convivenza forzata.

La scienza non ha mai certezze assolute, è in continua evoluzione, ma da più parti sembra esserci l’intenzione di attuare piani per affiancare il virus e procedere al suo passo piuttosto che tentare ancora di buttarlo fuori strada.

Anche il mondo della musica, specialmente quello dei concerti, s’interroga su questa possibilità. Ora più che mai dal momento che la variante Omicron ha riportano indietro le lancette di qualche mese, in particolare modo qui a Milano.

Foto di Redd

Foto di Redd

MUSICA LIVE: CHE COSA DICE IL NUOVO DECRETO

Il pianeta concerti e i satelliti che vi gravitano attorno devono fare un nuovo passo indietro, ancora una volta. Un singhiozzo necessario secondo il Consiglio dei Ministri, che con un nuovo Decreto (il DL Festività del 23 dicembre, n.d.r.) ha posto diversi paletti alle attività live. Divieto totale per concerti, eventi e feste all’aperto, chiuse sale da ballo e discoteche. 

Come era prevedibile si sono levate forti le voci di protesta: Giancarlo Leone, presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi, chiede la cancellazione della quarantena per i lavoratori con terza dose vaccinale. Questo per evitare che studi di produzione e radio siano costretti alla beffa, oltre al già evidente danno.

Sul piede di guerra c’è KeepOn Live, Associazione di categoria di Live Club e Festival, secondo cui il decreto è confuso e non tiene in considerazione le attività dei Club.

I ristori economici previsti a partire dallo scorso anno rischieranno di trasformarsi in briciole (e già per molti aventi diritto lo sono) se la situazione perdurasse per altri due anni. Cosa che nessuno al momento può escludere.

Foto di Eric Rothermel

Foto di Eric Rothermel

PAROLA D’ORDINE: RIPROGRAMMAZIONE

La strada più battuta, per ora, resta quella della riprogrammazione eventi. Parecchi utenti ne sono in qualche modo vittime: tutti gli eventi al chiuso del 2020 proseguono il loro slittamento sistematico. Da un autunno all’altro, da una primavera alla seguente.

I fan più accaniti tengono duro e sperano, ma c’è tanta gente che preferisce i rimborsi oppure tenta la strada della rivendita utilizzando il servizio di TicketOne, fanSALE. Esiste ancora la possibilità di ottenere i voucher per assistere a spettacoli futuri, ma a furia di procrastinare nella speranza che arrivi l’ok alla capienza 100% molte strutture sono piene già ora di potenziali eventi che non si sa se avranno mai luogo.

E gli organizzatori faticano a trovare nuove soluzioni per il prossimo futuro.

COME SARÁ IL FUTURO: POSSIBILI SCENARI

Come suggerisce il recente passato, l’estate aiuterà e darà un po’ d’ossigeno a tutto il sistema concerti. I vaccini sono la risorsa in più rispetto alla passata stagione calda, ma è comunque un orizzonte limitato.

Come già accennato in un nostro articolo sul perché sia in atto la vendita di svariati cataloghi musicali, è evidente che la musica dal vivo sia il maggior introito per i cantanti, ma anche un indotto fondamentale per tutti gli operatori di settore. Non può bastare l’estate.

Spingersi più in là non è facile, qualche azienda ci sta provando e ci ha provato con test di vario genere, alcuni sembrano essere più incoraggianti di altri.

Per dirla alla Johnny Depp, notissimo attore e discreto chitarrista degli Hollywood Vampires: “Nulla può sostituire la connessione immediata che si crea con le persone che sono lì a condividere con te quell’esperienza.”

Tuttavia il futuro potrebbe dipendere sempre di più da un altro tipo di connessione, quella a internet.

Foto di Maxim Hopman

Foto di Maxim Hopman

REALTÁ VIRTUALE, PAY PER VIEW E PIATTAFORME

Per quanto si possa storcere il naso, nel 2021 gli eventi musicali virtuali si sono moltiplicati. In Francia l’impulso è stato forte anche grazie a un ambasciatore d’eccezione, Jean-Michael Jarre, pioniere della musica elettronica e performer con migliaia di follower e visualizzazioni.

Oltre i confini europei, si stima che negli Stati Uniti più di 40.000 utenti utilizzino regolarmente dispositivi o app con cui assistere a concerti virtuali come quello confezionato da Travis Scott sulla piattaforma Fortnite. In totale per l’evento sono state certificate oltre 45 milioni di visualizzazioni.

La Wave, azienda californiana, è diventata di recente il punto di riferimento del settore ospitando artisti del calibro di John Legend.

All’appello non mancano Instagram, Facebook e YouTube, oltre a Twitch (piattaforma Amazon in forte crescita).

Tra abbonamenti Pay per View per assistere a possibili concerti avveneristici, realtà aumentate per godere della musica in attesa di mangiare un gelato (Häagen-Dazs tentò l’esperimento nel 2013) o avatar cui stringere la mano indossando guanti speciali e visori VR, il futuro potrebbe essere già stato scritto. 

Ma andare sotto il palco resta e resterà per sempre un’altra cosa, anche fosse soltanto un lontano ricordo.




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