Bilancio del rap italiano 2021-2022: i grandi comeback

Scritto da il Gennaio 20, 2023

Il 2023 è appena iniziato e guardando indietro agli scorsi due anni del rap italiano non può passare inosservato il continuo susseguirsi di comeback da parte di grandi esponenti che si sono risvegliati da periodi di letargo più o meno lunghi. E pare che con il nuovo anno questo trend non sia destinato ad arrestarsi. Per gli affezionati della prima ora, quelli che sono cresciuti con questa musica nelle orecchie e che probabilmente hanno dei pantaloni e delle felpe XXL nascoste in fondo agli armadi, è stata un’autentica manna. Ma perché tutti e proprio adesso? Ognuno avrà avuto i suoi particolari motivi, ma sembra che il famigerato Covid che ha costretto tutti a una pausa forzata di riflessione, abbia giocato un ruolo fondamentale dando una forte spinta creativa. È bello vedere che da una parentesi così drammatica per il comparto musicale siano rinati vecchi sodalizi e sgorgati così tanti progetti. Di seguito vi guideremo attraverso i maggiori ritorni in ordine cronologico.

Inoki con “Medioego” e “4 Mani”

Il titolo di apripista lo ottiene Fabiano Ballarin a.k.a. Inoki, quello della mitica “Bolo by night”. Nel gennaio 2021 esce infatti l’album “Medioego”, a descrivere uno dei periodi più bui della ragione della storia recente. Fabiano, pur mai avendo smesso di fare rap, mancava con album ufficiali dal 2014. In tanti anni ha ricaricato bene la pistola ed è tornato in grande stile su delle strumentali prodotte fra gli altri da Salmo, Chryverde, Garelli, Dj Shocca, Crookers. Le canzoni di Inoki sono sempre state di dura critica e denuncia verso le ingiustizie e anche in questo disco la sua penna non perdona ed evidenzia senza mezzi termini le contraddizioni di una società, di una politica e di un’umanità che si autoproclama avanzata, ma che nel farlo muove un passo indietro dopo l’altro, specialmente in periodi di crisi. Era il progetto giusto per scrollarsi di dosso il torpore portato dal virus e cercare di voltare bene la pagina.

Abbiamo visto Inoki allo Studio Foce a Lugano lo scorso 25 marzo 2022 per una delle sue date del Medioego Tour e vi assicuriamo che non ha perso un briciolo della fotta che aveva in gioventù. Sul palco a fare gli onori di casa lo ha affiancato anche Mattak, che è stato ripagato con il sommo onore di fare una strofa proprio “sotto i portici” di “Bolo by Night”. Vedere vecchia e nuova guardia così in sinergia è la vera vittoria dell’hip hop. Non è mancato da parte di Fabiano un tributo a Joe Cassano, altra leggenda del rap bolognese (R.I.P).

Una volta stappati i rubinetti, nel novembre del 2022 Inoki torna con un joint EP a “4 mani” assieme a DJ Shocca. Tra le chicche la versione 2.0 “Milano by night” con Emis Killa e Jake la Furia, e il brano “Sorelle” dedicato alle donne, quelle vere, impreziosito dalla voce che non necessita di superlativi di Nina Zilli. Il progetto è stato presentato a mezzanotte del 25 novembre sul palco del Barrio’s di Milano a coronamento di una serata orchestrata proprio da Inoki e Shocca e dedicata alla MBN Freestyle Battle. Inoki, uno dei membri fondatori del network hip hop italiano Rap Pirata, è infatti sempre stato molto attivo sul fronte del freestyle e ultimamente ha anche partecipato alla fondazione dell’etichetta 44ent con il rapper 22:22, che vuole spingere nuovi talenti a livello non solo nazionale ma europeo.

Sottotono, gli “Originali”

Sanremo 2001: il Paese delle Mezze Verità non li capisce e in mano gli resta un tapiro. Poco dopo si dividono. Riassumerla così è semplificare troppo le cose, ma un fatto è certo, non era questa la fine degna dei Sottotono. Nino D’Angelo e Livio Cori offrono l’opportunità a Sanremo di scusarsi invitando i Sottotono a cantare con loro nel 2019. Due anni dopo, il 4 giugno 2021, esattamente vent’anni dopo la prima scottatura all’Ariston, Tormento e Big Fish si riuniscono per cancellare quel falso epilogo, e per ricordare prima di tutto a loro stessi e poi a tutto il resto del mondo che sono loro quelli veri, gli “Originali”. In radio risuona di nuovo la voce calda, rassicurante e inconfondibile di Tormento sulle note di Mastroianni. I Sottotono sono stati veri innovatori capaci di portare le sonorità più melodiche della West Coast americana in Italia e a loro va molto del merito di aver reso il rap più digeribile al grande pubblico. In questi anni di lontananza Big Fish non ha mai smesso di produrre strumentali di altissimo livello su cui hanno rappato un sacco di big, ma anche innumerevoli nuove promesse. Tormento, chiamato così da suo fratello Esa degli Otierre, non mai mollato la sua passione, è stato speaker agli eventi del format oramai internazionale di Mamacita, e nel giugno 2022 è uscito col libro “Rapciclopedia” che racconta la storia del rap italiano dal suo punto di vista. Chi ha idee fumose e tanti preconcetti nei confronti del rap dovrebbe proprio darci una letta.

“Originali” rivisita molte delle canzoni più famose dei Sottotono con nuovi ospiti d’eccezione fra cui Tiziano Ferro, Guè, Marrakesh, Coez, ecc; ma aggiunge anche nuovi brani davvero bellissimi come “Ti bacio ancora mentre dormi” che racconta l’amore dei genitori per i figli. Per le due esclusive date live a Milano e Roma si deve attendere il 2022. Si parte l’11 maggio all’Alcatraz, storica location piena di fedelissimi che non stanno più nella pelle e sanno a memoria tutti i pezzi: l’atmosfera è davvero magica. Ben mimetizzata fra il pubblico c’è anche mezza scena, con amici e colleghi come Grido, La Pina, Ghemon, Davide Shorty, Antonio Dikele Stefano, tutti venuti a portare la loro stima, affetto e rispetto. Sul palco Tormento si muove come un vero professionista e come se non fossero passate due decadi dalle ultime volte. Accompagnato da un coro gospel rappa e canta da manuale e irradia un’energia positiva che pochi altri riescono a trasmettere ai giorni nostri. Per la canzone “Come la prima volta” escono sul palco Jake la Furia e Stash. Grandissimo trasporto degli astanti per “Amor de mi Vida”, “Solo lei ha quel che voglio” con Danny Losito, e per la romanticissima “La mia coccinella”. Un momento molto intenso e toccante è stata la rivisitazione moderna di “Cronici 2012” che è divenuta “Cronici 2021” con l’aggiunta di una strofa di Fabri Fibra e una nuova strofa di Torme che è come stappare una bottiglia di Château Margaux. Un iper-concentrato di metrica e stile che l’invecchiamento è diventato ancora più straordinario!

Foto Intagram @sottotono

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Otierre: Splendente

Gli OTR, Originale Trasmissione del Ritmo, hanno scritto la storia del primo rap in Italia. Nascono nel 1991 come collettivo hip hop formato per lo più da MCs e dj, nella città di provincia di Varese, a un’ora da Milano. Abbiamo usato il termine hip hop non a caso, in quanto il motore di questo progetto era la promozione a 360 gradi di questa cultura, addirittura oltre i confini nazionali arrivando fino a collaborazioni con rapper tedeschi e belgi. Davvero all’avanguardia per i tempi. Nel 1998, un anno dopo l’uscita dell’album più rappresentativo “Dalla Sede”, i vari membri prendono strade diverse con Esa e Polare che continuano assieme per un po’ diventando il duo Gente Guasta e assumendo diversi street name, ovvero El Presidente e Polaroide. La Pina pubblica progetti da solista e poi diviene una delle più amate speaker di Radio DeeJay. Di tanto in tanto ci sono delle riunioni parziali del collettivo con la pubblicazione di singoli brani o progetti più corposi.

Il 15 aprile 2022 arriva però una sorpresa per i fan in occasione dell’anniversario trentennale dalla fondazione: un album a cui hanno lavorato alle voci Esa e Polare, e “ai tecnici” DJ Vigor e DJ Skizo. Il titolo è “Splendente” che rima con “rap salvagente in questo mare di niente”: i padri fondatori ci stanno lanciando un appiglio perché avevamo un po’ perso di vista le origini e i principi alla base del tutto. La serata di lancio del disco si è tenuta al Barrio’s in aprile ma noi eravamo presenti a giugno alla Festa del Rugby a Varese, la loro città di origine e nella quale alcuni di loro ancora vivono. Ospite d’eccezione è Torch, anche lui uno dei primi rapper della Germania, che esegue una strofa sul beat di “Rispettane l’aroma” da far cadere la mascella. Esa e Polare hanno un fiato e una grinta che le nuove leve ahimé spesso non hanno, e sono la prova che la musica non ha età e ringiovanisce, sia ascoltandola che facendola. Ai piatti Vigor e Skizo fanno i numeri e si lanciano ogni tanto in assoli da veri virtuosi. Insomma questo show è “Pura Algebra” dove nessun pezzo si incastra per caso. Insomma, è la rivincita della provincia, possibile perseguendo i veri valori fondanti della cultura hip hop ovvero la libertà di espressione e la condivisione. Se avrete la fortuna di incrociare Esa un giorno e di scambiarci due parole vi troverete di fronte l’incarnazione di tutto questo, riassunta nel suo sorriso e nella sua presa bene davvero invidiabile. Per andare a registrare nel suo studio a Milano trovate il contatto sul suo canale Bandcamp.

Kaos One: Chiodi

La voce ruvida e le barre graffianti di Kaos One, mc e writer storico di Caserta hanno lasciato segni profondi nel rap italiano fin dai suoi albori. Il suo primo lavoro dal titolo “Fastidio” ha riversato questa sensazione come una macchia di petrolio sulla tela. La sua “Cose preziose”, presente nel producer album di Fritz Da Cat “Novecinquanta” datato 1999 è uno dei gioielli nella corona del nostro rap. A noi piace interpretarlo come un inno alla cultura hip hop, che come in America ha salvato molte anime perse dalla violenza della strada, lo ha fatto ovunque le quattro arti siano arrivate a dar voce a chi non ne aveva o si sentiva confuso, abbandonato ed emarginato per i più svariati motivi.

Nel 2015 Kaos pubblica “Coup de Grace” e poi tace fino al 14 giugno 2022. “Chiodi” è il titolo del suo nuovo lavoro, quasi interamente prodotto da DJ Craim che lo ha anche accompagnato in tour. Noncurante dei gusti attuali Kaos One torna a sfogarsi alla vecchia maniera su strumentali dalle sonorità giustamente cupe. Un po’ di puro rap old school, duro e privo di compromessi è una ventata di aria fresca. L’ascolto è consigliato però in momenti di cattivo umore, perché le sue “parole sono come sassi, e le sue rime come pietre”, perfette da lanciare contro muri immaginari su cui ci sono sagome dei nostri nemici e delle nostre paure, da esorcizzare e scaricare per poter andare avanti in questa vita tutt’altro che facile con maggiore leggerezza.

House Party by Deda

A settembre al Carroponte Fabri Fibra vuole sul palco una delle persone che a detta sua lo hanno spinto a fare il rap: Deda, ex membro dei Sangue Misto il cui album “SxM” è considerato il primo vero album del rap italiano. Deda non è lì per caso, infatti Fabri sta per spoilerare “Universo”, pezzo di apertura del producer album di questa leggenda in uscita a inizio novembre. Sulla traccia insieme a Fibra c’è anche Neffa, altro ex componente dei Sangue Misto. Insomma se “Chiodi” di Kaos One calza a pennello quando siete avvelenati con il mondo, “House Party” di Deda è invece perfetto per regalarvi una mezz’ora in chill sul divano ascoltando strofe non solo rap ma anche urban firmate da un’accurata selezione di voci e stili: Frah Quintale, Jake La Furia, Emis Killa, Gemitaiz, Ensi, Coma Cose, Salmo, Davide Shorty, Ghemon, Frank Siciliano, Danno, Sean Martin, Inoki, Mistaman e Al Castellana. Ogni traccia è unica e speciale a modo suo, e rischiando di citarle tutte non ne citiamo nessuna, così dovrete per forza ascoltarvele e gustarvele bene.

“Meme K Ultra”: due generi si incontrano

Pur non trattandosi di un comeback, non possiamo non citare fra le perle cacciate dai veterani nel 2022 “Meme K Ultra”. In questo caso siamo di fronte a un joint album di due band che apparentemente non sembrerebbero avere molto in comune, i Tre Allegri Ragazzi Morti e i Cor Veleno. E invece il punk rock reggae indipendente e alternativo della band pordenonese condivide con la storica crew di rapper romani la passione per la musica come mezzo universale e catartico. L’ultima traccia porta un titolo che è una domanda emblematica a questo proposito: “La musica sai che cosè?” a cui questi grandi artisti ci ripondono in coro che è “la sola vera cosa che resta, …, è il suono che ti assomiglia, che resta attacato a te, che se sei fottuto ti ripiglia.” La musica è per la gente che vuole sentirsi libera e che ha l’occhio sveglio, ricollegandoci a un altro brano dell’album.

Abbiamo assistito alla data conclusiva del tour estivo di “Meme K Ultra” il 17 settembre a Varese: la sinergia della nuova creatura nata dalla fusione della tigre simbolo dei Cor Veleno con il teschio bianco dei 3 Allegri è davvero forte. Non solo ne sono usciti un logo e una grafica del disco e del merch davvero notevoli, tutte a cura del frontman dei Ragazzi Morti Toffolo, che è anche un talentuoso fumettista; ma anche un live molto coinvolgente che ha dato spazio prima ai brani del lavoro fatto assieme, poi a uno showcase dei Cor Veleno con i loro maggiori successi fra cui “Le guardie, i pompieri e l’ambulanza”, “Non me ne fotte un cazzo” (con il campione di “Toxic” di Britney Spears), “Trastevere”, “Originale”, “Il nome del tuo esercito”. Grandi Numeri, Gabbo e Squarta sono in gran forma, nonostante la perdita ancora palpabile di Primo Brown, mancato nel 2016. I suoi compagni di crew e i fan cantano “Ciao Fratè” proprio in suo ricordo. I seguaci del gruppo friulano, riconoscibili dai volti coperti dalle inconfondibili maschere, possono invece cantare a squarciagola pezzi stupendi come “Occhi bassi”, “Vivo”, “Il mondo prima”, “Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll”. Per la chiusura tornano sul palco i Cor Veleno per gli ultimi brani: “La tua anima che balla”, “L’effetto del merlo”, “A me di Roma piace il rap”. Il messaggio conclusivo viene affidato alla canzone tradizionale “La tatuata bella”, che invita a non essere schiavi del lavoro. Il pubblico si gode l’effetto con l’anima che balla.

Articolo 31 back together all’Ariston

Questo paragrafo non possiamo ancora compilarlo perché per la reunion ufficiale degli Articolo 31 dobbiamo pazientemente attendere il Festival di Sanremo 2023. In ogni caso abbiamo piena fiducia nella grande simpatia e nello humour di J-Ax e dobbiamo anche constatare che questo ambiente un po’ vintage e restio alle novità e al rap sta comunque diventando col tempo sempre meno ostile. Ogni anno fra i partecipanti ci sono sempre più rapper e Amadeus ha appena annunciato di aver invitato come ospite Salmo per ben due serate. Dopo la vittoria nel 2021 di Mahmood e Blanco pare che il rap stia finalmente guadagnando un po’ del rispetto e dei riconoscimenti che si merita. Ovviamente la reunion prevede anche dei concerti live a maggio 2023 al Forum di Assago. Noi di Kristall Radio speriamo davvero di poterci essere. Tre date sono già andate sold out, e al momento ve ne è ancora solo una disponibile per la quale potete acquistare qui i biglietti.

Foto Instagram Articolo 31

Foto Instagram Articolo 31

Conclusioni

Tutte queste leggende del rap che hanno ripreso in mano il microfono ci hanno dimostrato che il rap non è morto, e tanto meno è stato soggiogato, o obliterato dalla trap. Anzi, questi quarantenni e cinquantenni sul palco spaccano spesso molto di più dei fenomeni del momento. L’esperienza si sa, non si compra al discount. Esprimersi a ritmo nasce però da un impulso interno e non obbedisce sempre e solo alle tempistiche e alle regole del marketing. Dobbiamo quindi goderci questo momento e guardare con ammirazione le nuove generazioni che pian piano recuperano la conoscenza dei grandi classici e imparano che senza la gavetta i risultati sono mediocri e non destinati a durare nel tempo. In tutto questo non possiamo non notare che i nuovi dischi dei vecchi saggi si sono comunque ammodernati con nuove sonorità, a riprova che vecchio e nuovo sono in continuo dialogo come dei vasi comunicanti. Fare gli integralisti devoti solo alla vecchia scuola è un’attitudine sterile e che perde di vista le nuove sembianze che sta prendendo il rap a trent’anni dal suo approdo in Italia. Dobbiamo ricordare che non è stato facile e non lo è tutt’ora assumere un’identità propria che non venga accusata di essere una brutta copia del rap americano. Ma forse pian piano ci siamo, perché il rap sembra essere stato definitivamente riconosciuto come un genere musicale anche nel Bel Paese. Per chi c’era già da fine degli anni Novanta, è stato molto bello aver potuto seguire questo tormentato processo negli anni.


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