Fan Ticket, l’operazione furba e nostalgica di TicketOne

Incipit da Boomer: ma quanto erano belli i biglietti dei concerti negli anni Novanta e nei primi Duemila?

Colorati, sgargianti, loghi di band a profusione, qualcuno persino con i nomi in bassorilievo. Tutta un’altra musica, insomma.

Poi la globalizzazione ha investito anche questo settore e sono arrivati ticket giallo sbiadito fatti in serie. Che cosa è cambiato adesso?

IL PASSATO TORNA SEMPRE

Un bassista durante un assolo

Corsi e ricorsi storici, amava ripetere un mio vecchio professore d’italiano, sono inevitabili.

La vita, il pensiero umano, è un ciclo continuo che a volte inventa, ma più spesso reinventa.

Ticket One lo sa e ha pensato di applicare al proprio business il concetto. Come? Riportando in vita i biglietti colorati e sgargianti di cui sopra, molto più modernamente chiamati Fan Ticket.

Lo scopo? Lo abbiamo detto: il business. Perché il biglietto personalizzato, un memorabilia da collezionare, ha un logico costo aggiuntivo.

Possiamo stare poi a sindacare sui prezzi, tuttavia ne abbiamo già discusso in questo articolo.

ESISTE IL COLLEZIONISMO DEI BIGLIETTI DA CONCERTO?

Una serie di prestigiose chitarre

Partiamo dal presupposto che l’essere umano colleziona praticamente di tutto: dalle vecchie radio ai tappi delle bottiglie, passando per chitarre da sogno.

La risposta è, dunque, sì: esiste un mercato per collezionisti di biglietti da concerto. Certo, non immaginate numeri da Sneackers tipo Nike Jordan, però c’è.

Su eBay, per esempio, è sorta una nicchia di collezionisti che cerca tagliandi come quello dei Pink Floyd a Roma nel 1994, oppure il prezioso titolo d’ingresso per Bruce Springsteen a Genova nel 1996.

I prezzi non sono alti: si oscilla tra i 7 e i 50 euro. La base di partenza per far crescere il settore, in ogni caso, non manca.

Qui, però, la strada si divide in più direzioni: ci sono persone che accumulano solo i tagliandi degli spettacoli visti con i propri occhi – me incluso –, chi invece sonda internet  a caccia del classico affare d’oro oppure di un qualsiasi ticket pur di ampliare la propria collezione.

UNA FASCINAZIONE MILLENARIA

Cimelio di un live di Bon Jovi

Magari è più un azzardo che altro, ma si può ipotizzare un parallelismo con le antiche pergamene. Più un vetusto rotolo è consumato dal tempo, più diventa ricercato – purché resti leggibile.

Così può accadere per i ticket da concerto: c’è chi li apprezza se a brandelli, dunque non invecchiati bene come certi vini (più come aceto, diciamo), ma pur sempre riconoscibili e con una storia da raccontare.

Come ad esempio quella del 23 maggio 1995, Arena concerti Parco di Acquatica (alle porte di Milano, esperimento durato troppo poco, ndr): il biglietto nella foto venne fatto a pezzi da un padre furioso, ricomposto poi a colpi di precisione e nastro adesivo dal figlio che, capo cosparso di cenere, fece pena fino al punto da convincere il genitore di quanto quel concerto di Bon Jovi fosse irrinunciabile, a dispetto di alcune trascurabili malefatte adolescenziali.

All’ingresso dell’Acquatica non fu semplice spiegare, né persuadere lo staff a far entrare il figliol prodigo e pentito con quell’accozzaglia di carta e scotch tra le mani.

Alla fine andò tutto bene: oggi quel figlio può dirvi che fu un concerto memorabile. Lo fu senza dubbio per la serata magica che la band regalò a tutti i presenti.

Forse, tuttavia, lo fu ancor di più per la storia che ho appena raccontato. Perché può esserci anima che s’imprime anche dentro un rettangolo di semplice carta stampata.

Le emozioni di un concerto, dell’attesa che inizi, del timore di non potervi assistere, il ricordo di una lite e della pace fatta: di tutto questo resta intriso alla fine il biglietto.

TicketOne lo ha capito, o magari ricordato, restituendoci una porzione del nostro passato puntando sulle emozioni provate. Guardando al futuro (e al fatturato), con quelle che proveremo.

Operazione decisamente riuscita. Almeno agli occhi e dentro il cuore di un Boomer.