La scighera di Milano: storia di parole, nebbia e film

Scritto da il Gennaio 2, 2023

Milano e la nebbia sono come quegli innamorati che si tengono sempre per mano e anche quando uno dei due non c’è, si continua a pensarli come una cosa sola.

Perché quello tra Milano e la nebbia è forse l’incontro più romantico e intimo tra città e natura.

Sebbene sia un incontro sempre più raro, capita ancora certe mattine presto di affacciarsi alla finestra e di trovarla lì, la nebbia, a stupirci, a coprire le visuali disorientandoci un po’.

Diversi nomi, diverse sensazioni

Opera d'arte visiva

Opera d’arte visiva

Come gli eschimesi per la parola neve, anche i milanesi – e più in generale i lombardi – hanno trovato un numero altissimo di parole per nominare la nebbia.

Nelle pianure la chiamano borda, fumana, o gheba; oppure ghiba, grena; in alcune zone lova e golp, che significano lupa e volpe, perché la nebbia ti fa sparire come il lupo fa con la nonna di cappuccetto rosso.

I milanesi, come fosse musica la chiamano scighera, scigherella, scigheretta, scigherùn: ogni declinazione indica un grado di intensità di questo fenomeno naturale.

Ma perché si dice scighera? La parola nasce dal latino e precisamente dal termine caecaria, che deriva a sua volta da caecus, uno dei modi latini di dire cieco, buio, ma anche misterioso, nascosto.

Perché la scighera, che sta a indicare la nebbia fitta fitta, fa proprio questo: ci fa diventare ciechi per un po’, nasconde le cose, fa un po’ paura, quando c’è non riusciamo a vedere a un palmo dal naso.

La nebbia nell’arte

Una sequenza di Totò, Peppino e la malafemmina

Una sequenza di Totò, Peppino e… la malafemmina

Un tempo c’era eccome la nebbia a Milano, “quella nebbiolina color Santambrogio fuori le finestre”, come la descrisse lo scrittore Emilio Gadda nel suo libro L’Adalgisa.

Quando c’è abbraccia tutto, copre ogni cosa. S’infila ovunque, anche nelle canzoni alla radio, nei film, nei libri.

Eccola comparire a creare atmosfere rarefatte in molte ambientazioni indimenticabili della pellicola Rocco e i suoi fratelli, lavoro del 1960 del regista Luchino Visconti; a riempire le scene più drammatiche del film Miracolo a Milano, girato nel 1951 da Vittorio De Sica, che racconta la favola malinconica del piccolo Totò.

Dall’orfano di De Sica al Principe Antonio De Curtis, il Totò per eccellenza, e lo scambio di battute con Peppino De Filippo: “Ma dove sta questa nebbia?”, chiede il secondo, e il primo risponde con assoluta certezza: “Quando c’è la nebbia non si vede, la nebbia c’è e non si vede”.

In Totò, Peppino e… la malafemmina, dunque, il Principe della risata compie una sorta di atto di fede, ma c’è qualcuno che ha osato addirittura mettere in dubbio l’esistenza della caligine nebbiosa.

Si tratta di Luciano Bianciardi, scrittore maremmano, che fece conoscenza con la proverbiale scighera scrivendone in questo modo:

“La chiamano nebbia, se la coccolano, te la mostrano, se ne gloriano come di un prodotto locale […] la nebbia è semmai nelle campagne, viene su dalle rogge fumiganti che vanno ad allagare le marcite, sì da consentire anche dieci tagli di fieno l’anno, e infatti ha odore di stalla, questa nebbia che trovi fuori di città. Ma dentro non è nebbia […] è sudore, è puzzo di piedi, polverone sollevato dal taccheggiare delle segretarie, delle puttane, dei rappresentanti, dei grafici”.

Bianciardi ha colto in questo modo la natura più umana e scomoda della città in relazione a un fenomeno come la nebbia, ma non solo.

Ha scritto pagine chirurgiche e caustiche sulla Milano anni ‘50 e ’60 che in parte non esiste più, in parte è ancora la stessa di settant’anni fa.

Il suo è l’occhio lucido, possiede il disincanto di chi milanese non è, e per questo ha un vantaggio: il confronto spietato con la provincia.

E un po’ di nebbia tutta milanese è finita anche dentro il testo della canzone Luci a San Siro di Roberto Vecchioni (di cui abbiamo parlato qui) a inghiottire i ricordi di un amore lontano e di una giovinezza che non torna più.

Chi non rivorrebbe indietro i suoi vent’anni, dopotutto?

 


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