La Triennale: un caffè con Giorgio de Chirico e Jimi Hendrix
Scritto da Luana Falasca il Gennaio 30, 2023
Oggi vi offriamo un caffè al bar della Triennale, vanto di Milano. Una pausa speciale, seduti a uno dei tavoli disposti di fronte alle vetrate con vista giardino.
È un luogo perfetto per rilassarsi in buona compagnia di un amico, oppure anche da soli.
Siamo all’interno del Palazzo dell’Arte, edificio che ospita la Triennale in viale Alemagna 6: una costruzione imponente immersa nel parco Sempione, inaugurata nel 1933 per accogliere l’Esposizione Triennale nata a Monza dieci anni prima.
La struttura fu realizzata grazie a una donazione della famiglia Bernocchi. Il capostipite Antonio Bernocchi era un industriale tessile, ma non solo.
Fu politico, mecenate, visionario e nel 1930 donò al Comune di Milano cinque milioni di lire per la realizzazione dell’edificio, che inizialmente prese proprio il nome di Palazzo Bernocchi.
Il progetto fu affidato all’architetto Giovanni Muzio, lo stesso che ha realizzato molti altri edifici noti della città come la Cà Brütta in via Moscova, la Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa di via Neera e l’edificio d’ingresso dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Largo Gemelli.
Quello della Triennale fu creato in uno stile austero, razionalista: doveva trasmettere un’idea monumentale e istituzionale.
All’interno il palazzo ha spazi fluidi e luminosi, molto flessibili e moderni che hanno ospitato – e ospitano ancora oggi – mostre, convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema e musica.
Sin dall’inizio furono realizzati anche spazi dedicati allo svago come il giardino, una sala per concerti e una terrazza pensata per la danza.
Il giardino
Oggi il giardino della Triennale è intitolato all’architetto e urbanista Giancarlo De Carlo, che per la decima Triennale di Milano del 1954 presentò tre cortometraggi scritti a quattro mani con Elio Vittorini.
In essi venivano denunciati i danni che possono fare tecnici e burocrati nella progettazione delle nostre città quando non mettono al primo posto il benessere dell’uomo.
Nel corto intitolato Una lezione di urbanistica, si vedono tre urbanisti un po’ goffi che con approcci diversi tentano di indicare la strada giusta per governare la crescita della città.
Il risultato è che combinano solo pasticci. Il breve filmato si conclude con un’esortazione della voce narrante: “Va’ nella tua città uomo, e collabora con chi vuole renderla più umana, più simile a te”.
Un incitamento ancora valido dopo quasi 70 anni.
Nel giardino De Carlo sono presenti opere di grandi artisti e designer. Una di queste, la più colorata e sicuramente la più divertente, si può ammirare anche restando comodamente seduti al bar gustando un caffè.
Sono i Bagni Misteriosi di Giorgio de Chirico, realizzati per la XV Triennale del 1973.
Rappresentano una piscina dal fondale giallo da cui emergono due nuotatori, un trampolino, una palla, una cabina, un cigno, un pesce e una fonte.
Una vera sorpresa per gli occhi, incastonata nel prato all’inglese. Oggi le statue originali sono custodite al Museo del Novecento, qui sono presenti delle copie.
Gli spazi interni
Nel contenitore d’arte della Triennale, come accennato in precedenza, sin dalla nascita furono immaginati e previsti spazi da dedicare a musica e spettacolo.
Nel seminterrato dell’edificio troviamo il Teatro dell’Arte, luogo per spettacoli e concerti che negli anni Cinquanta venne utilizzato dalla RAI come prima sala sperimentale delle trasmissioni televisive Italiane.
E fu proprio da queste sale che vennero trasmesse le prime puntate di Lascia o Raddoppia condotte da Mike Bongiorno.
Nel palazzo esiste anche l’area preposta a musica e ballo, che nel corso degli anni ha cambiato nome, aspetto, e persino bandiera.
Parliamo dell’Old Fashion, locale un tempo di punta della città, dal 2006 riconosciuto da Comune e Regione Lombardia come ‘negozio di importanza storica’.
Ma la vita della discoteca di viale Alemagna si è chiusa nel 2022.
Come annunciato in via ufficiale, al suo posto è stato aperto un ristorante per i visitatori della Triennale.
Una sorta di ritorno alle origini visto che 90 anni fa, alla sua nascita, era una sala da ballo con ristorante gestito dalla ditta Fratelli Beretta.
Negli anni ’40, durante l’occupazione tedesca, diventò un circolo ricreativo per ufficiali e prese il nome di Ballhaus.
Nel dopoguerra, dal 1947, si trasformò per la prima volta Old Fashion, nome con il quale è conosciuto oggi.
Da Lucio Dalla a Jimi Hendrix
Ci fu posto per l’interregno del Trianon negli anni ’50, quando la sala divenne un punto di riferimento per gli appassionati di rock ‘n’roll.
Negli anni ‘60 cambiò ancora e assunse il nome di Piper Club.
Vi si esibirono artisti del calibro di Patty Pravo, Lucio Dalla e altri grandi nomi della musica Italiana.
Non possiamo non ricordare il 23 maggio del 1968, data in cui nel locale arrivò la leggenda della chitarra elettrica, il ragazzo che riscrisse i paradigmi del rock e incendiò le radio, oltre al suo stesso strumento: Jimi Hendrix.
Per lui fu la prima data dell’unico tour italiano di una folgorante, brevissima carriera.
Leggenda narra che il concerto iniziò in ritardo per colpa degli amplificatori che erano stati sequestrati all’aeroporto, per essere smontati in cerca di eventuali tracce di droga.
Ma questo non impedì a Hendrix di esibirsi davanti a quattromila spettatori in visibilio.
Tutto ciò raccontano le mura all’interno delle quali partirà un’altra storia da raccontare in futuro.